Archivio Mensile: Aprile 2014

La Sardegna ricorda Giovanni Paolo II

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April 15, 2014

2014-04-23_Cagliari_Giovanni_Paolo_II_Locandina.jpgMercoledì 23 aprile, Figli d’Arte Medas e Caritas Diocesana di Cagliari organizzano una serata per raccontare la visita pastorale di Wojtyla del 1985. Prevista la partecipazione di numerosi cori e cantori da tutta l’Isola. L’incasso finanzierà le iniziative contro l’emergenza alimentare nel capoluogo. 

“L’Uomo della Storia – 1985: La Sardegna incontra Papa Giovanni Paolo II”. È questo il titolo della serata di raccolta fondi per l’emergenza alimentare organizzata da Associazione Figli d’Arte Medas e Caritas Diocesana di Cagliari. L’incontro, previsto per mercoledì 23 aprile alle 20 nella Parrocchia della Vergine della Salute in via Ausonia 22 a Cagliari, sarà presentato da Gianluca Medas che si avvarrà della collaborazione delle musiche del chitarrista Andrea Congia e dei canti di numerosi cori isolani.

In occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II, arte e beneficienza s’intrecciano per ricordare la visita pastorale in Sardegna del 1985. Tra cronache e testimonianze, le giornate che toccarono il cuore e la sensibilità del popolo sardo saranno raccontate da Medas rievocando l’agire politico e sociale che ha reso Wojtyla un punto di riferimento nella storia del Novecento.


In occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II, arte e beneficienza s’intrecciano per ricordare la visita pastorale in Sardegna del 1985. Tra cronache e testimonianze, le giornate che toccarono il cuore e la sensibilità del popolo sardo saranno raccontate da Medas rievocando l’agire politico e sociale che ha reso Wojtyla un punto di riferimento nella storia del Novecento.

La serata sarà impreziosita dai contribuiti delle diverse espressioni canore della Sardegna. Saranno infatti presenti Su Cuncordu Lussurzesu, rappresentante del canto a cuncordu, e il Coro di Aggius Galletto di Gallura, esponente del canto a tasgia; per il canto a tenore barbaricino previste le esibizioni del Tenore Murales di Orgosolo e del Populos Tenore Nugoresu; il canto polifonico sarà rappresentato dal Coro Ogliastra, diretto dal maestro Tonino Arzu, e dal Coro Universitario Terra Mea, diretto dal maestro Gigi Oliva e composto da elementi provenienti da tutta l’Isola; infine, il canto popolare dei Rosarianti di San Pantaleo di Dolianova e i mutetus delle improvvisatrici campidanesi Paola e Dolores Dentoni.

 

L’OBIETTIVO L’evento ha il fine di raccogliere fondi per finanziare le attività della mensa della Caritas cagliaritana che, distribuendo circa 700 pasti al giorno, cerca di corrispondere in maniera efficace all’emergenza alimentare della città.

 

Info e Contatti

 

Caritas Diocesana di Cagliari

Progetto Alimentis Caritas: Andrea Nicolotti – 392.4394684 – cartitas.ca@tiscali.it

www.caritascagliari.it

 

Associazione Figli d’Arte Medas

Segreteria Organizzativa: Carla Erriu – 345.3199602 – info@figlidartemedas.org

Ufficio Stampa: Matteo Mazzuzzi – 334.1107807 – ufficiostampa@figlidartemedas.org

www.figlidartemedas.org

Conclusi i lavori del Convegno nazionale Caritas

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April 6, 2014

mons._miglio_-_pigliaru.jpgIn apertura della giornata conclusiva, il saluto del neo-Presidente della Regione Francesco Pigliaru ai convegnisti: «Tutti siamo ben consapevoli dell’importanza del lavoro della Caritas, soprattutto in una regione che, come la Sardegna, soffre un alto tasso di povertà. L’amministrazione pubblica ha come primo dovere quello di prevenire la povertà, e il modo migliore per farlo è investire sulle persone, fin da giovanissime. Puntare sull’istruzione significa dare pari opportunità a chiunque. Siamo una regione dove, ancora oggi, chi nasce in una famiglia svantaggiata ha molte probabilità di cadere nella trappola della dispersione scolastica, che in Sardegna è la più alta d’Italia, e successivamente in quella della disoccupazione, con un rischio di povertà futura molto alto. L’azione del governo regionale sarà fortemente concentrata su questo punto per dare pari opportunità a tutti, in qualunque famiglia e in qualunque territorio dell’isola si nasca, e l’istruzione deve essere di qualità. Ancora, il sistema di welfare italiano è del tutto inadeguato. Anche in questo caso si tratta di investire sule persone. Abbiamo bisogno di una formazione che funzioni, che sia mirata, precisa, specifica, basata sulle capacità e sulle potenzialità di ogni individuo. Sapete meglio di me quale sia la disperazione di un disoccupato che non sa cosa fare, né a chi rivolgersi. Stiamo lavorando per mettere in piedi un sistema simile a quello di paesi dove tutto ciò funziona, per offrire un percorso che dia la possibilità a chi è disoccupato di trovare in tempi rapidi un nuovo lavoro. Nell’emergenza dobbiamo sostenere la lotta alla povertà investendo risorse pubbliche per far ripartire il lavoro. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, dobbiamo fare molto e dobbiamo farlo insieme».



Il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, ha indicato alcune piste di lavoro per un cammino comune, raccogliendo le ricche sollecitazioni del lavoro preparatorio, dei relatori e dei gruppi di lavoro.

“Le Caritas che sono in Italia – ha detto don Soddu – sono consapevoli di dover operare un “decentramento” in vista di una costante conversione pastorale; con tutta la fatica della ricerca, dell’interpretare i segni dei tempi, ma nella unanime consapevolezza di voler raggiungere, rinnovati, “la carne viva del Signore” che vive in questo nostro tempo”. Il direttore ha poi aggiunto che comunque “non hanno potuto chiudersi in se stesse in questi anni: probabilmente non per merito, ma perché esposte al grido dei poveri che saliva dai propri territori, perché costrette ad incontrare i volti cangianti delle povertà, ad interrogarsi sulle cause di quelle sofferenze e a cercare “il pane di oggi” da spezzare con loro e condividere il senso di ingiustizia che accompagnava le loro storie”.

 “Ovviamente – ha precisato don Soddu – i poveri e le nostre realtà ecclesiali sono e resteranno i destinatari privilegiati della nostra azione, tuttavia, la prospettiva che dobbiamo assumere in maniera sempre più consapevole sarà piuttosto una animazione inclusiva”. Occorre dunque che le Caritas si pensino organicamente “come un soggetto ecclesiale che sceglie di parlare di povertà e condivisione al mondo della economia, della produzione, delle professioni, della scuola, della università, senza la pretesa di avere un ruolo istituzionale”. Conseguentemente, davanti alle azioni che sembrano essere indirizzate prevalentemente sulle urgenze ed emergenze, occorre che le Caritas cerchino “percorsi e proposte che siano “a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati” volti ad “iniziare processi più che di possedere spazi”(EG 222-225)”.

Allargando lo sguardo a livello europeo e mondiale, don Soddu ha evidenziato che “oggi è impossibile pensare di concepire un’Europa a prescindere dalle migrazioni” e che sempre più l’Europa dovrà mettere al centro l’uomo e non la finanza, le comunità e non le lobby, i poveri e non i potenti”. Occorre una nuova stagione dei diritti per tutti, nessuno escluso, anche a livello mondiale, in vista del 2015, quando verrà definitivamente misurato il livello di conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. E quando – ha sottolineato Soddu – “grazie all’ampia mobilitazione della nostra campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, diremo con Papa Francesco che il cibo è il primo dei diritti umani fondamentali, senza il quale non vi è neanche la vita”. “Rimaniamo disponibili – ha concluso il direttore – a verificare l’esistente, prefigurando e sperimentando modalità nuove di evangelizzazione del sociale, a partire da alleanze inedite o rilanciate, con tutti coloro che vogliono vivere questa sfida di una carità che diviene criterio fondativo, “testata d’angolo” di ogni percorso di vita, di ogni comunità”.

 

 

 

Terza giornata del Convegno nazionale Caritas – Uno sguardo europeo

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April 2, 2014

foto.JPG“Di fronte alla ‘deriva dell’umano’ solo dal basso può partire una reale innovazione, capace di creare arene concrete di corresponsabilità e di contribuzione, dove la cittadinanza sia praticata in modo attivo e creativo”. Così ieri Chiara GIACCARDI, parlando della povertà come sintomo, metodo, profezia, ha evidenziato come “il welfare può tornare a essere un luogo di innovazione sociale” solo se si potenzia la membrana intermedia e vitale della vita sociale, fatta di relazioni, famiglie, territori, comunità. “La chiesa locale – ha concluso – dimostra di essere un laboratorio che sa sperimentare in questa direzione, avendo a cuore non l’efficienza, ma l’umano”.

Questa mattina l’intervento S.E. Mons. Cesare NOSIGLIA ha proiettato i partecipanti verso il Convegno ecclesiale nazionale del 2015 a Firenze, “In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”. Un umanesimo capace di quell’atto di amore che – come ricorda il Papa nell’Evangelii Gaudium al n. 199 – ci permette di apprezzare il povero nella sua bontà propria, col suo modo di essere, con la sua cultura e il suo modo di vivere la fede. Solo così si potrà accompagnare ogni povero nel cammino della sua liberazione e questo renderà possibile che egli si senta a casa sua nella comunità cristiana. “Credo – ha evidenziato Mons. Nosiglia – che con queste indicazioni potremo recuperare la novità dell’umanesimo di cui ci parla il Convegno, perché altrimenti l’annuncio di Gesù Cristo, che pure è la prima forma di carità che dobbiamo assicurare ad ogni uomo, rischia di affogare in un mare di parole e di buoni pensieri e propositi”. 


 

Poi il confronto ha allargato lo sguardo oltre i confini italiani, con la tavola rotonda “Con il Vangelo nel centro dell’Europa”, moderata da Lorena BIANCHETTI. Sono intervenuti S.E. Mons. Youssef SOUEIF, arcivescovo di Nicosia e presidente di Caritas Cipro e Jorge NUÑO MAYER, segretario generale di Caritas Europa. L’arcivescovo ha sottolineato come le sfide odierne richiedano un intervento rapido e organico da parte dell’Unione Europea e dei governi di ogni paese. “Anche la Chiesa – ha aggiunto – è chiamata a dare il suo contributo in particolare al livello dei valori affinché si recuperi la dimensione umana e comunitaria del progetto europeo, finora sacrificata alla dimensione economica con effetti che constatiamo ogni giorno, nelle nostre parrocchie e nelle nostre Caritas diocesane”.

Mayer ha ricordato che Caritas Europa è costituita da 49 Caritas Nazionali, presenti in 46 paesi ed “è in Europa per portare la vostra esperienza delle parrocchie, dei progetti, dei centri, delle diocesi e portare i valori cristiani al cuore delle istituzioni europee e influenzare le decisioni negli ambiti della politica sociale, dell’immigrazione e dei richiedenti asilo, come anche delle politiche di sviluppo”. Un esempio è il Rapporto sulla Crisi recentemente pubblicato da Caritas Europa che ha avuto un forte impatto presso le istituzioni europee. Le Caritas di Italia, Cipro, Grecia, Spagna, Romania e Irlanda hanno contribuito a descrivere in che modo la crisi colpisce la gente, evidenziando alcune tendenze comuni di impoverimento.

In serata è previsto un momento di accoglienza articolato in stand, a cura delle Caritas della Sardegna, dal titolo “Attraversiamo l’isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità”.

 Chiuderà i lavori domani, giovedì 3 aprile mons. Francesco SODDU, direttore di Caritas Italiana, cercando di riassumere i ricchi stimoli che emergeranno dal confronto e di indicare piste di lavoro per proseguire il cammino comune.

 

 

 

 

Conclusa la seconda giornata del Convegno nazionale Caritas

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April 2, 2014

Miglio_Caritas.jpgSi è conclusa la seconda giornata di lavori del Convegno nazionale delle Caritas diocesane ‘Con Il Vangelo nelle periferie esistenziali’, che vede riuniti oltre 600 delegati delle Caritas di tutta Italia, ospitati dalla Diocesi di Cagliari, presso l’Hotel Setar (Quartu Sant’Elena). 

Dopo i lavori del pomeriggio c’è stata la celebrazione presso la basilica di N.S. di Bonaria, presieduta da Mons. Arrigo Miglio (nella foto), Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda, rappresentata anche da altri membri. In apertura della santa messa, cui hanno partecipato gli oltre seicento rappresentanti delle Caritas diocesane dell’isola e del resto d’Italia, don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana ha dichiarato: «Ci troviamo in questa circostanza nello stesso luogo dove lo scorso 22 settembre Papa Francesco ha lanciato un messaggio di speranza e incoraggiamento, con lo stesso sentimento che in quel momento ha animato il Santo Padre». Durante la sua omelia, mons. Miglio ha ricordato il legame con la Chiesa di Buenos Aires, diventato ancora più forte con la visita papale e con la nuova relazione stabilita con la Caritas della capitale argentina. «Mi piace vedere nel cammino della Caritas italiana qualcosa di simile a ciò che ha visto il profeta Ezechiele: essa ha iniziato da realtà piccola crescendo sempre più, diventando un fiume navigabile che ora ha la forza di risanare regioni di sofferenza e di morte». È un compito, ha ricordato l’Arcivescovo, che ancora non è stato compreso da tutta la comunità cristiana, perché la carità è tutt’ora spesso ridotta ad assistenzialismo. Mons. Miglio ha poi fatto riferimento ad alcuni paragrafi della “Caritas in Veritate”, enciclica in cui Papa Benedetto XVI sostiene come la ‘caritas’, intesa come ‘agape’, per sua stessa natura è chiamata a sedere al tavolo dei progetti perché conosce la persona cui essi sono destinati. «Come comunità cristiana è importante che compiamo un passaggio per arrivare alla comprensione piena del significato di ‘caritas’ e dei suoi compiti», ha proseguito l’Arcivescovo di Cagliari, citando anche alcuni passi dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, con la Chiesa che non può, né deve restare ai margini della lotta per la giustizia, in cui tutti sono chiamati a costruire un mondo migliore. Sempre nell’Evangelii Gaudium, continua mons. Miglio, il Santo Padre ci ricorda l’importanza della collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e promuovere lo sviluppo integrale dei poveri. La parola ‘solidarietà’ si è logorata e a volte la si interpreta male, dice Papa Francesco: è più di qualche atto sporadico di generosità, spiega l’Arcivescovo che ribadisce la necessità di riaffermare la centralità di temi fondamentali come la famiglia («Riconoscere i diritti primari della famiglia cambia la società civile») e il lavoro, visto come problema urgente «non solo per la Sardegna ma per tutto il paese, affinché possa essere un veicolo attraverso cui entra una nuova acqua risanatrice per la famiglia e per tutta la nostra società», ha concluso mons. Miglio.

 

Nel primo pomeriggio l’intervento di Chiara Giaccardi, sociologa dell’Università cattolica di Milano nel suo intervento su “La povertà oggi: sintomo, metodo, profezia” ha definito il concetto di povertà: «La poverta? e? di tutti. E? un dato antropologico originario e non l’attributo di una certa categoria sociale. E? una ‘parola prima’ (cit. Luigino Bruni), che consente di articolare il lessico dell’umano, cosi? come esistono i ‘numeri primi’ grazie ai quali si possono costruire tutti gli altri numeri. Senza poverta?, intesa come limite, non saremmo umani. Senza questa consapevolezza non potremmo sperare in una pienezza (‘beati i poveri un spirito…’). Saremmo pieni di noi stessi, dunque vuoti». Inoltre, ha aggiunto: «C’e? una miseria come effetto della disuguaglianza. C’e? poi una miseria, tutt’altro che minoritaria, che scaturisce proprio dalla non poverta?: “Il grande rischio del mondo attuale (…) e? una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro (Evangelii Gaudium 2)”. Poverta? e miseria non coincidono. Si puo? essere poveri e non miseri. Si puo? essere ricchi e miseri. Ma se la poverta? materiale diventa pesante, la miseria, e la perdita di dignita?, sono in agguato. E? facile scivolare dalla prima alla seconda. Ma la misericordia trasforma la miseria in vita, come suggerisce Papa Francesco: non è azione ma risposta, al grido del povero e al volto nudo che ci interpella».