Conclusa la seconda giornata del Convegno nazionale Caritas

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April 2, 2014

Miglio_Caritas.jpgSi è conclusa la seconda giornata di lavori del Convegno nazionale delle Caritas diocesane ‘Con Il Vangelo nelle periferie esistenziali’, che vede riuniti oltre 600 delegati delle Caritas di tutta Italia, ospitati dalla Diocesi di Cagliari, presso l’Hotel Setar (Quartu Sant’Elena). 

Dopo i lavori del pomeriggio c’è stata la celebrazione presso la basilica di N.S. di Bonaria, presieduta da Mons. Arrigo Miglio (nella foto), Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda, rappresentata anche da altri membri. In apertura della santa messa, cui hanno partecipato gli oltre seicento rappresentanti delle Caritas diocesane dell’isola e del resto d’Italia, don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana ha dichiarato: «Ci troviamo in questa circostanza nello stesso luogo dove lo scorso 22 settembre Papa Francesco ha lanciato un messaggio di speranza e incoraggiamento, con lo stesso sentimento che in quel momento ha animato il Santo Padre». Durante la sua omelia, mons. Miglio ha ricordato il legame con la Chiesa di Buenos Aires, diventato ancora più forte con la visita papale e con la nuova relazione stabilita con la Caritas della capitale argentina. «Mi piace vedere nel cammino della Caritas italiana qualcosa di simile a ciò che ha visto il profeta Ezechiele: essa ha iniziato da realtà piccola crescendo sempre più, diventando un fiume navigabile che ora ha la forza di risanare regioni di sofferenza e di morte». È un compito, ha ricordato l’Arcivescovo, che ancora non è stato compreso da tutta la comunità cristiana, perché la carità è tutt’ora spesso ridotta ad assistenzialismo. Mons. Miglio ha poi fatto riferimento ad alcuni paragrafi della “Caritas in Veritate”, enciclica in cui Papa Benedetto XVI sostiene come la ‘caritas’, intesa come ‘agape’, per sua stessa natura è chiamata a sedere al tavolo dei progetti perché conosce la persona cui essi sono destinati. «Come comunità cristiana è importante che compiamo un passaggio per arrivare alla comprensione piena del significato di ‘caritas’ e dei suoi compiti», ha proseguito l’Arcivescovo di Cagliari, citando anche alcuni passi dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, con la Chiesa che non può, né deve restare ai margini della lotta per la giustizia, in cui tutti sono chiamati a costruire un mondo migliore. Sempre nell’Evangelii Gaudium, continua mons. Miglio, il Santo Padre ci ricorda l’importanza della collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e promuovere lo sviluppo integrale dei poveri. La parola ‘solidarietà’ si è logorata e a volte la si interpreta male, dice Papa Francesco: è più di qualche atto sporadico di generosità, spiega l’Arcivescovo che ribadisce la necessità di riaffermare la centralità di temi fondamentali come la famiglia («Riconoscere i diritti primari della famiglia cambia la società civile») e il lavoro, visto come problema urgente «non solo per la Sardegna ma per tutto il paese, affinché possa essere un veicolo attraverso cui entra una nuova acqua risanatrice per la famiglia e per tutta la nostra società», ha concluso mons. Miglio.

 

Nel primo pomeriggio l’intervento di Chiara Giaccardi, sociologa dell’Università cattolica di Milano nel suo intervento su “La povertà oggi: sintomo, metodo, profezia” ha definito il concetto di povertà: «La poverta? e? di tutti. E? un dato antropologico originario e non l’attributo di una certa categoria sociale. E? una ‘parola prima’ (cit. Luigino Bruni), che consente di articolare il lessico dell’umano, cosi? come esistono i ‘numeri primi’ grazie ai quali si possono costruire tutti gli altri numeri. Senza poverta?, intesa come limite, non saremmo umani. Senza questa consapevolezza non potremmo sperare in una pienezza (‘beati i poveri un spirito…’). Saremmo pieni di noi stessi, dunque vuoti». Inoltre, ha aggiunto: «C’e? una miseria come effetto della disuguaglianza. C’e? poi una miseria, tutt’altro che minoritaria, che scaturisce proprio dalla non poverta?: “Il grande rischio del mondo attuale (…) e? una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro (Evangelii Gaudium 2)”. Poverta? e miseria non coincidono. Si puo? essere poveri e non miseri. Si puo? essere ricchi e miseri. Ma se la poverta? materiale diventa pesante, la miseria, e la perdita di dignita?, sono in agguato. E? facile scivolare dalla prima alla seconda. Ma la misericordia trasforma la miseria in vita, come suggerisce Papa Francesco: non è azione ma risposta, al grido del povero e al volto nudo che ci interpella».