Oggi il convegno diocesano “La carità, la fraternità e l’amicizia sociale”
Al centro della mattinata – coordinata dai referenti dell’area giovani e Promozione Caritas – una riflessione sul significato dell’amicizia sociale come strumento per riscoprire fiducia, dialogo nell’attuale contesto pandemico, in cui nonostante la distanza si deve agire insieme, essere solidali e superare insieme le difficoltà, e sull’importanza del volontariato.
Il tema della carità, fraternità e amicizia sociale – ha spiegato l’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi – pone alla nostra attenzione quello della costruzione di un mondo nuovo che non può che essere solidale, fraterno e fondarsi sull’amicizia sociale: “amicizia” significa riconoscersi nella dignità, prendersi cura l’uno dell’altro, amicizia che diventa “sociale” quando riguarda non solo gli individui ma anche i gruppi con il desiderio di costruire condizioni di convivenza adeguate alla dignità umana. Allora il volontariato è l’azione attraverso cui l’uomo entra in contatto con l’altro, se ne prende cura, costruisce amicizia, non soltanto servizio, e ciò crea una nuova socialità: noi scommettiamo su questo, sulla possibilità che i giovani investano il proprio tempo in un “incontro”, in una creatività capace di costruire un mondo nuovo.
Amicizia sociale – ha aggiunto il direttore Caritas don Marco Lai – chiave importante che, in questo tempo di Covid, ci apre alla fiducia, al dialogo, ci spinge ad agire insieme per superare la complessità del momento in cui viviamo. Questo convegno è la fase conclusiva di tutta una serie di percorsi portati avanti durante quest’anno difficile, in cui abbiamo provato a educarci al servizio verso le persone “ultime”, più deboli, in un contesto in cui tutti ci siamo impoveriti, in cui la povertà assoluta per molti è arrivata all’improvviso e in cui l’azione della Chiesa è stato un punto di riferimento.
La riflessione è stata accompagnata dalle voci di mons. Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, di Cristina Simonelli (pres. Coordinamento teologhe italiane) e dal video messaggio di Max Laudadio, segno di incoraggiamento per i ragazzi.
Complessivamente, circa un centinaio i giovani impegnati nel volontariato in mensa, in cucina, nell’area immigrazione (anche attraverso percorsi per lo sviluppo di competenze trasversali) e nelle progettualità per le scuole (5 gli istituti secondari coinvolti) portate avanti durante l’anno attraverso nuove forme di “incontro” online grazie anche al coinvolgimento della “rete partner”. A questi si aggiunge il centinaio di giovani, tra cui gli scout e i ragazzi del Servizio civile, che, fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, si sono messi in gioco per aiutare chi si è trovato una situazione di difficoltà imprevista. Ancora, sono operativi i tirocini universitari, in convenzione con la facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, estesi grazie al progetto Erasmus plus nell’ambito dei quali giovani tirocinanti saranno ospitati nei servizi Caritas dove potranno acquisire competenze professionali utili per il loro percorso futuro.