Oggi il convegno diocesano “La carità, la fraternità e l’amicizia sociale”

Nonostante la pandemia, l’impegno della Caritas diocesana verso i giovani non si è mai fermato grazie al progetto Connessioni (attivato lo scorso ottobre) titolo che richiama quell’invito alla solidarietà espresso da Papa Francesco “Nessuno si salva da solo, siamo tutti sulla stessa barca”. Un impegno di cui si è parlato stamattina nella prima sessione del convegno diocesano online Giovani e Volontariato “La carità, la fraternità e l’amicizia sociale”, che ha visto la partecipazione dei 200 ragazzi che hanno preso parte ai vari percorsi portati avanti dalla Caritas durante l’anno, oltre a quella del direttore Caritas don Marco Lai e dell’arcivescovo mons. Baturi.

Al centro della mattinata – coordinata dai referenti dell’area giovani e Promozione Caritas – una riflessione sul significato dell’amicizia sociale come strumento per riscoprire fiducia, dialogo nell’attuale contesto pandemico, in cui nonostante la distanza si deve agire insieme, essere solidali e superare insieme le difficoltà, e sull’importanza del volontariato.

Il tema della carità, fraternità e amicizia sociale – ha spiegato l’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi – pone alla nostra attenzione quello della costruzione di un mondo nuovo che non può che essere solidale, fraterno e fondarsi sull’amicizia sociale: “amicizia” significa riconoscersi nella dignità, prendersi cura l’uno dell’altro, amicizia che diventa “sociale” quando riguarda non solo gli individui ma anche i gruppi con il desiderio di costruire condizioni di convivenza adeguate alla dignità umana. Allora il volontariato è l’azione attraverso cui l’uomo entra in contatto con l’altro, se ne prende cura, costruisce amicizia, non soltanto servizio, e ciò crea una nuova socialità: noi scommettiamo su questo, sulla possibilità che i giovani investano il proprio tempo in un “incontro”, in una creatività capace di costruire un mondo nuovo.

Amicizia sociale  –  ha aggiunto il direttore Caritas don Marco Lai – chiave importante che, in questo tempo di Covid, ci apre alla fiducia, al dialogo, ci spinge ad agire insieme per superare la complessità del momento in cui viviamo. Questo convegno è la fase conclusiva di tutta una serie di percorsi portati avanti durante quest’anno difficile, in cui abbiamo provato a educarci al servizio verso le persone “ultime”, più deboli, in un contesto in cui tutti ci siamo impoveriti, in cui la povertà assoluta per molti è arrivata all’improvviso e in cui l’azione della Chiesa è stato un punto di riferimento.

La riflessione è stata accompagnata dalle voci di mons. Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, di Cristina Simonelli (pres. Coordinamento teologhe italiane) e dal video messaggio di Max Laudadio, segno di incoraggiamento per i ragazzi.

Complessivamente, circa un centinaio i giovani impegnati nel volontariato in mensa, in cucina, nell’area immigrazione (anche attraverso percorsi per lo sviluppo di competenze trasversali) e nelle progettualità per le scuole (5 gli istituti secondari coinvolti) portate avanti durante l’anno attraverso nuove forme di “incontro” online grazie anche al coinvolgimento della “rete partner”. A questi si aggiunge il centinaio di giovani, tra cui gli scout e i ragazzi del Servizio civile, che, fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, si sono messi in gioco per aiutare chi si è trovato una situazione di difficoltà imprevista. Ancora, sono operativi i tirocini universitari, in convenzione con la facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, estesi grazie al progetto Erasmus plus nell’ambito dei quali giovani tirocinanti saranno ospitati nei servizi Caritas dove potranno acquisire competenze professionali utili per il loro percorso futuro.

Nel pomeriggio, la sessione destinata al mondo del volontariato, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i volontari della Caritas diocesana, delle Caritas parrocchiali e delle associazioni di volontariato della Consulta diocesana; ancora una volta le relazioni di mons. Antoniazzi, Simonelli, il video messaggio di Laudadio. Inoltre, la premiazione della seconda edizione del concorso solidale “Segni tangibili di speranza”.
(Maria Chiara Cugusi – servizio comunicazione Caritas)