Svolta stamattina la conferenza stampa di presentazione del progetto UNICORE – Corridoi universitari per rifugiati

Presentato stamattina, durante una conferenza stampa nel Seminario arcivescovile di Cagliari, il progetto UNICORE – Corridoi universitari per rifugiati, dell’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati, che coinvolge diverse università e Caritas diocesane italiane, con il supporto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Caritas Italiana, Diaconia Valdese e Gandhi Charity, finalizzato alla creazione di percorsi di studio e d’integrazione in Italia per giovani rifugiati provenienti dall’Etiopia. In Sardegna l’iniziativa coinvolge le Caritas diocesane di Cagliari e Sassari, già attive in diversi interventi di accoglienza per i rifugiati, e le due Università di Cagliari e Sassari, impegnate in progetti di internazionalizzazione tra istituzioni universitarie.

Peculiarità dell’iniziativa – come ricordato dall’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi – è «l’accoglienza di giovani che devono completare il loro ciclo di studi universitari: ciò significa la possibilità di ospitarli tra di noi, nel nostro College, in partnership con l’università e altre fondazioni interessate, e la possibilità di un incontro che si ponga a livello culturale domande sul senso della vita, della nostra storia, che non sia mera assistenza ma anche progettualità comune, capace di suscitare novità culturali, che riguardano la crescita dell’uomo e la possibilità di un suo sviluppo».

Tre gli studenti rifugiati di origine eritrea accolti nella Diocesi di Cagliari: Gebremichael Gebrehiwot Weldegebriel (intervenuto durante la conferenza stampa, ringraziando le realtà coinvolte per l’opportunità e la disponibilità ricevuta), Okbit Fishale Desale e Desalle Kashay Tesfagabr, impegnati rispettivamente nei corsi di laurea magistrale in ingegneria chimica, ingegneria informatica e ingegneria dell’ambiente e del territorio presso l’Università cagliaritana; essi sono ospitati nel College Universitario Sant’Efisio e accompagnati dalla Caritas diocesana, con il sostegno della Fondazione di Sardegna, nel loro percorso di accoglienza e integrazione. Un progetto «in linea con il Magistero della Chiesa – ha sottolineato don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana – che in questi anni ha posto sempre una grande attenzione alla mobilità umana, attraverso l’impegno nell’accoglienza garantito dalle Caritas diocesane e dalle fondazioni e cooperative ad esse collegate, e attraverso progetti specifici che mettono al centro persone fragili costrette a spostarsi per cercare una salvezza e la realizzazione della propria esistenza». Uno dei punti di forza «è il coinvolgimento di tante realtà diverse a livello internazionale, nazionale e locale, in rete per “accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, sulla scia di quanto auspicato da Papa Francesco».

«Con il progetto UNICORE l’Università di Cagliari rafforza il suo impegno, iniziato da diversi anni, in favore degli studenti rifugiati – ha dichiarato Alessandra Carucci, Prorettore all’internazionalizzazione dell’Ateneo cagliaritano – e avvia una collaborazione, oltre che con l’Agenzia ONU per i Rifugiati, anche con la Caritas, in particolare con la Diocesi di Cagliari, per far sì che i nostri tre studenti eritrei, arrivati quest’anno con i corridoi universitari, abbiano tutto il supporto necessario, sia nell’accompagnamento nel loro percorso di studio nelle nostre lauree magistrali, sia nella vita quotidiana a Cagliari. Voglio ringraziare anche gli altri soggetti che in maniera diversa supportano il progetto, l’ERSU, la Fondazione di Sardegna e il CTM. L’impegno di UniCa è quello di poter proseguire anche nei prossimi anni, accogliendo altri studenti rifugiati».

Ruolo importante quello del College Sant’Efisio, che ospita i tre giovani: «Ciò consente loro di essere inseriti in una realtà accogliente – ha detto il direttore don Emanuele Meconcelli- in cui trovano altri ragazzi che fanno la loro stessa esperienza, la possibilità di confrontarsi; allo stesso tempo, ciò costituisce un’opportunità di crescita per l’intera comunità». Infine, l’intervento di Daniele Albanese, referente del progetto per Caritas Italiana: «Esso si inserisce nel contesto dell’enorme sforzo che la Chiesa Italiana, attraverso la Caritas, sta facendo nella promozione di vie legali e sicure di ingresso per i rifugiati. Nel mondo solamente il 3% di essi ha accesso all’istruzione superiore (a fronte della media pari al 37% della popolazione): perciò favoriamo canali di accesso che promuovano un’istruzione universitaria». Inoltre, il progetto «permette di cambiare prospettiva su chi è costretto a fuggire dal proprio Paese, acquisendo consapevolezza che spesso è portatore di un bagaglio di conoscenze, potenzialità e motivazioni personali forti che attraverso un’istruzione adeguata possono rappresentare un valore aggiunto per se stesso e la comunità accogliente».

(a cura di Maria Chiara Cugusi – Ufficio comunicazione Caritas Cagliari)