Presentato il X Dossier della Caritas diocesana “Luci di Carità in tempi di pandemia”

In un contesto di difficoltà generale segnato dagli effetti della pandemia, gli sforzi della Caritas e delle altre associazioni di volontariato della Consulta diocesana – grazie alla rete rafforzata dalla stessa Caritas – hanno raggiunto nel territorio diocesano 50mila persone. È uno dei dati emersi dal X Dossier della Caritas diocesana di Cagliari Luci di Carità in tempi di pandemia presentato stamattina durante la conferenza stampa svoltasi nell’aula magna del Seminario arcivescovile.

Nei mesi del lockdown – da aprile a giugno 2020 – il Centro temporaneo di distribuzione viveri della Caritas allestito nella Fiera internazionale della Sardegna ha aiutato 3.127 nuclei familiari, per un totale di 22.265 persone; delle 6.186 spese, oltre il 76% sono state consegnate a domicilio. L’81% delle persone che si sono rivolte al Centro sono italiani, piccoli commercianti, artigiani, operai, impiegati che hanno perso il lavoro, cassintegrati, ambulanti, etc. Tra gli stranieri i filippini sono di gran lunga il primo gruppo, in seguito alla perdita di lavoro (nell’ambito dell’assistenza domestica) per effetto della pandemia.

La maggior parte delle persone che si sono presentate quest’anno presso i servizi Caritas sono occupate, segnando un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti; forte la presenza delle donne, complessivamente prevalenti rispetto agli uomini (oltre il 50%), altro dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti. Gli interventi sono stati orientati soprattutto ai servizi materiali (71%), ma anche all’ascolto (15,7%) in controtendenza rispetto all’anno scorso. I dati Caritas, illustrati dal responsabile del Centro studi Francesco Manca, si inseriscono in un contesto regionale difficile, con le stime della CGIA di Mestre e della SVIMEZ che proiettano indietro di 30 anni l’economia della Sardegna; la crescita del PIL nel 2021 viene stimata allo 0,5% (fonte SVIMEZ).

«Una pubblicazione che vuole provocare una riflessione – ha commentato il direttore Caritas don Marco Lai – che mette in evidenza la rete, la co-progettazione e la co-programmazione alla base di tante progettualità; essa inoltre, racconta l’impegno portato avanti in un momento difficile come quello attuale, un uscire da se stessi per guardare a chi ha bisogno: dai giovani al mondo delle imprese che si sono messi in gioco per aiutare le persone più fragili». Proprio il contesto difficile della pandemia è stato richiamato anche dall’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi: un dramma da cui dobbiamo recuperare l’importanza della vita – ha spiegato -, che ci ha insegnato l’interdipendenza gli uni dagli altri, come quella tra generazioni, tra popoli, tra settori sociali nel momento in cui il problema sanitario diventa anche sociale, economico, psicologico. Ecco allora l’auspicio che l’interdipendenza diventi solidarietà. Ancora, l’arcivescovo ha ricordato l’impegno della Chiesa in Italia durante la pandemia e, nello specifico, nella Diocesi cagliaritana, anche tramite il Fondo Diocesano di Solidarietà – Emergenza 2020.

(Maria Chiara Cugusi – servizio comunicazione Caritas)